La dottoressa
Colette Kitoga Habanawema (socio onorario dell'
Associazione Pizzicarms) parlerà degli effetti della globalizzazione in quel lembo d'Africa, chiamato Repubblioca Democratica del Congo, che, in molta parte, sono alla base della sitauzione di povertà, guerra e sfruttamento che caratterizzano la vita di quella popolazione da moltissimi anni.

L'incontro, aperto a tutta la cittadinanza, si svolgerà nel salone a vetri della
Parrocchia di San Frumenzio, in via Craviglia n° 8 (zona Prati Fiscali) a Roma.
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La dottoressa Colette Kitoga Habanawema, congolese, esercita la professione di medico e psicoterapeuta a Bukavu, un paese del Sud Kivu, ai confini con il Rwanda. Ha lasciato la provincia del Sud Kivu all'età di 14 anni per venire a studiare in Italia dove ha scoperto e realizzato la sua vocazione: lavorare per il bene del suo popolo e per la conquista della pace. Ha ottenuto la laurea in medicina e chirurgia all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e la specializzazione in "sanità pubblica e sviluppo" all'università di Ginevra. Ha compiuto, inoltre, studi di bioetica, psicoterapia, medicina tropicale, specializzandosi in psicoterapia femminile e giovanile. Con la sua umanità e competenza, Colette lavora a favore del suo popolo condividendone la sofferenza quotidiana che viene dalla guerra, una guerra che poggia le sue basi sul saccheggio sistematico di depositi bancari, risorse minerarie, produzioni agricole, bestiame e legnami pregiati.
Nel 1995 ha fondato il
Centro "Mater Misericordiae", creato inizialmente per accogliere i neonati orfani; in seguito, a causa dello scoppio della guerra, che dal 1996 ha contato 3.500.000 morti e 2.300.000 profughi, ha dato assistenza e ospitalità anche alle vittime del conflitto. Ora il Centro, che ha anche altre tre sedi, a Uvira, alla frontiera col Burundi, a Kamituga, in una zona rurale, e a Kasika
(a cui Pizzicarms sta devolvendo le proprie raccolte fondi), accoglie circa 4 mila bambini, tra orfani, che hanno assistito all’uccisione dei loro cari, e bambini soldato che fuggono dall'esercito, oltre a tante donne e ragazze vittime di violenze.