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'Piombo fuso' su Gaza: una guerra giusta?
Ciampino (RM), 7 aprile 2010 - ore 18,30
Una giusta guerra di risposta ad attacchi terroristici.

Così è stata definita l’operazione Piombo fuso che si è abbattuta dal 27 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009 sulla popolazione palestinese della Striscia di Gaza provocando 1400 morti di cui 900 civili e più di 5000 feriti.

Il timore di prendere posizione ha paralizzato la comunità internazionale di fronte ad un massacro che nessuno ha avuto la forza e l’autorità di impedire.

Un silenzio della politica e delle coscienze che è stato interrotto in maniera flebile solo da qualche rara dimostrazione di solidarietà. Come quella svoltasi nella piazza della pace di Ciampino il 9 gennaio del 2009 dove abbiamo invitato glia amici di Angelo Frammartino, giovane volontario di Monterotondo che ha dato la vita per la pace a Gerusalemme, nel 2006, mentre era impegnato in un progetto di sostegno ai bambini che vivono il dramma del conflitto israelo-palestinese. Quel momento di silenzio e partecipazione ci ha permesso di conoscere la presenza di famiglie palestinesi residenti da anni nel nostro territorio.

L’occasione di presentare il libro di Nandino Capovilla, referente nazionale di Pax Christi, sulla comunità cristiana di Gaza vuol dire dare spazio alle ragioni della convivenza, di chi riesce a costruire ponti e non muri. Come accade per il movimento Combatants for Peace,che riunisce ex soldati israeliani ed ex prigionieri palestinesi che, dopo aver sperimentato personalmente l’inutilità della guerra, attraverso la non violenza, puntano alla riconciliazione dei due popoli.

La consapevolezza di poter raggiungere la pace solo attraverso l’incontro e il dialogo non comporta affatto l’oblio di quanto avvenuto a Gaza e delle attuali pericolose conseguenze di quella guerra.

Non possiamo essere così ipocriti dal predicare la pace quando le nostre convivenze sono quotidianamente messe in pericolo da banali questioni condominiali. Basti pensare alla nostra stessa cultura contadina, dove la disputa sulla proprietà della terra accompagna con il rancore intere generazioni.

Affrontare la questione del bombardamento di Gaza
- Vuol dire accettare la sfida di chi dichiara che una guerra possa essere giusta.
- Vuol dire accettare il confronto, rifiutando di consegnare la storia e la vita di ciascuno di noi ad un destino di scontro e prevaricazione.
- Vuol dire impegnarsi qui ed ora a tessere una trama di rapporti tra persone inserite nello stesso destino di giustizia e pace.

7 aprile 2010, ore 18.30
Ciampino Sala Convegni
31/03/2010 - Fonte: Associazione Teresio Olivelli

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