Il 13 aprile 2015 l’
Istituto internazionale della ricerca sulla pace di Stoccolma (Sipri) ha pubblicato i
risultati sui bilanci militari di tutte le nazioni del mondo relativi al 2014.
Per il terzo anno consecutivo, le spese militari a livello globale sono calate seppur di poco:
nel 2014 la contrazione è stata dello 0,4%, con una spesa militare mondiale che si è attestata sui 1.776 miliardi di dollari, corrispondente al 2,3% del Pil mondiale.
La riduzione riscontrata negli Stati Uniti e in Europa occidentale è stata infatti comunque compensata da un aumento riscontrato in Asia, Oceania, Medio Oriente, Europa orientale e soprattutto
in Africa, dov’è stato calcolato il più forte aumento regionale, pari quasi al 6%.

Gli Stati Uniti sono il paese con la spesa militare più alta, pari a 610 miliardi di dollari anche se è diminuita del 6,5%. Al secondo, terzo e quarto posto si posizionano Cina, Russia e Arabia Saudita. Tutti e tre i paesi hanno aumentato la loro spesa militare rispettivamente del 9,7, dell’8,1 e del 17% (un record assoluto quello raggiunto da Riad). La Francia è quinta.
Anche per l'
Italia viene registrata un ulteriore
contrazione per il 2014, pari all'8,8%, (30,9 miliardi di dollari) che ha fatto passare Roma dall'11ª alla 12ª posizione nella classifica, sorpassata dal Brasile.
Africa spende e spande
L’Africa è la regione analizzata dal Sipri dov’è stato registrato il maggiore aumento della spesa militare nel 2014,
pari al 5,9%.
In totale si tratta di 50,2 miliardi dollari (si veda la tabella 6 estratta dal rapporto), mentre l’
anno precedente ne erano spesi 44,9. Un dato ancor più allarmante se si osserva il trend del lungo periodo:
le spese militari nel continente sono aumentate del 91% dal 2005. Una corsa alle armi costante che non si è mai fermata, specialmente nei paesi più instabili o dove sono in corso dei conflitti.

Sono due le nazioni che spendono di più nel continente: Algeria e Angola, che hanno continuato a “pompare” sempre più fondi nella spesa militare - come registrato nel rapporto relativo al 2013 - spinti anche, secondo il Sipri, dai cospicui ricavi derivati dal petrolio. L'Algeria ha fatto registrare un aumento del 12% raggiungendo gli 11,9 miliardi dollari in spese militari, mentre l’Angola ha speso 6,8 miliardi dollari, con un aumento del 6,7%.
Queste due nazioni hanno rispettivamente triplicato e raddoppiato la loro spesa in termini reali dal 2005 a oggi e da anni spendono più del 5% del loro Pil in spese militari. Il rapporto in tal proposito si chiede se questa politica aggressiva subirà una variazione, vista la caduta dei prezzi del petrolio nel 2014.
Chi sale e chi scende
Come si può osservare nella tabella 2 (sopra) estratta dal rapporto i quattro paesi africani che hanno aumentato maggiormente le loro spese militari nel 2014, pur restando ben al di sotto delle cifre toccate da Algeria e Angola, sono stati la Repubblica del Congo (88%) – un aumento esorbitante, al quale il Sipri non sembra aver dato molta rilevanza, ma che sta a significare un netto cambio di rotta nella politica militare di Brazzaville – la Namibia (47%), lo Zambia (23%) e la Guinea (22%).
Ma ci sono anche paesi dove la spesa è diminuita nell’ultimo anno. Nell’ ordine: il Malawi (-27%), la Nigeria (-9,3%), il Ghana (-5,8%), che nel 2013 aveva raddoppiato la sua spesa militare e quindi ha fatto registrare una netta frenata, e il Burundi (-5%).
Curioso caso Nigeria
L’istituto di ricerca svedese ha dato largo spazio al caso del bilancio militare della Nigeria. Probabilmente perché risulta strano vedere in tabella un calo del 9,3% (in continuità con quello registrato nel 2013 pari a -5,1% e anche nell’anno precedente) nella spesa militare in un paese che ha dovuto e deve ancora affrontare una minaccia terroristica come quella del gruppo estremista islamista Boko haram.
Tuttavia, la spesa nigeriana resta ancora più alta del 79% rispetto al 2005 e la cifra in bilancio non include un prestito di un miliardo di dollari approvato dal Congresso nigeriano nel mese di ottobre 2014 destinato all’attrezzatura militare e all’addestramento dei soldati che dovevano affrontare la setta del nordest del paese.
I 7 d’Africa sopra il 4%
Il Sipri infine si è soffermato sulle nazioni che nel mondo hanno indirizzato più del 4% del loro Pil alle spese belliche nel 2014. Sono venti e ben sette africani. Si tratta, in ordine di percentuale di Pil utilizzato decrescente, di Sud Sudan, Ciad, Libia, Repubblica del Congo, Algeria, Angola e Namibia (grafico 4 estratto dal rapporto).
Ma dato ancor più inquietante è che di questi sette, solo la Namibia viene considerata dal Sipri una democrazia stabile, mentre gli altri paesi sono giudicati privi di democrazia, con un’instabilità interna dovuta, in alcuni casi, anche a conflitti.
