Nel giugno 2011, 27 milioni di italiani si sono espressi con un
referendum d’iniziativa popolare, contro la privatizzazione della gestione dell’acqua. Una vittoria, per la rete di movimenti che ha promosso i referendum, che ha frenato la partecipazione privata nella gestione dell’acqua nel nostro paese. Ma la battaglia per queste organizzazioni non è finita e si estende adesso, all’intera Europa. Oggi ha preso il via una nuova Campagna per spingere i cittadini europei a
sottoscrivere online una proposta di iniziativa che utilizza l’ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei), un nuovo strumento legislativo di partecipazione diretta, entrato in vigore lo scorso aprile.
La nuova sfida, per chi vuole mantenere l’acqua un bene comune è, adesso, quella di raggiungere un milione di adesioni, provenienti da almeno sette paesi dell’Unione, entro i prossimi 12 mesi.
Anche perché, racconta Paolo Carsetti, segretario del Forum italiano dei movimenti per l’acqua, già poche settimane dopo il referendum, nell’agosto 2011 “ci furono pressioni da parte di un commissario europeo che in una lettera chiedeva al governo italiano di agire per implementare le politiche di liberalizzazione e privatizzazione di tutti i servizi pubblici”.
Ascolta l’intervista, a cura di Michela Trevisan nel suo programma,
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