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Da Korogocho un invito alla 'vera accoglienza'
Messaggio e invito contro il razzismo: comunicato sui fatti di Rosarno (RC)
"Noi missionari comboniani residenti a Korogocho (Nairobi, Kenya) ci associamo all’espressione di solidarietà di tante persone verso i migranti africani di Rosarno e facciamo nostro il comunicato della Commissione GPIC della CIMI. Come italiani all’estero, quindi stranieri in terra straniera, ci siamo sentiti particolarmente coinvolti dalla notizia di nuove violenze e discriminazioni verso chi è straniero nel nostro paese. Come missionari sappiamo cosa significa essere lontani dalla propria patria e dover cercare con fatica di costruire relazioni di fiducia reciproca con chi ci accoglie. Noi, pur trovandoci in un ambiente poverissimo, estremamente difficile e complesso quale è una baraccopoli africana, riusciamo a vivere, lavorare e a crescere con la gente del posto proprio perché innanzitutto accolti e rispettati come essere umani, cittadini del mondo, fratelli. Ci sorprende, amareggia e indigna sapere che nel nostro paese questo passo è reso sempre più difficile, a volte impossibile, da colpevoli strumentalizzazioni politiche, manipolazioni indebite di paure e fragilità sociali, ideologie pericolose che conducono volutamente allo scontro. Invece una vera accoglienza è sempre il primo passo per una qualunque integrazione e una convivenza civile e responsabile, un passo verso l’altro, da farsi in modo consapevole, ma che all’inizio richiede sempre un credito di fiducia. Korogocho non è solo un’accozzaglia di baracche. Questo sito non è solo una miscellanea di informazioni, news, immagini. Noi non siamo solo fisicità limitata e limitante. Korogocho è un sogno, non perché sia un sogno vivere lì, anzi, ma nelle persone che vi abitano, nella terra su cui è adagiata la baraccopoli, è contenuto il sogno di ciò che sta divenendo ma non è ancora. Questo sito è un sogno che vuole essere simbolo e punto di riferimento per chi - in tanti slums nel Sud del mondo ma anche in questo nostro mondo dell’apparente benessere e segnato da ingiuste lacerazioni, come i tragici scenari di Rosarno portano alla luce ed esibiscono - sta credendo in idee, progetti, esperienze e sogni realizzabili che ridonino dignità umana a ogni vita offesa, umiliata, oltraggiata, sfruttata, schiavizzata. Noi siamo un sogno perché possiamo essere capaci di speranza, che è l’attuazione della resistenza, del tenere duro ancora un poco, insistere, non mollare, impegnarci. Noi siamo un sogno perché possiamo dare possibilità di futuro, un futuro possibilmente diverso da come oggi viene commercializzato e pubblicizzato: un futuro che non avrà più dolore evitabile, cioè quel dolore che l’uomo provoca a un altro uomo. Noi siamo sentimenti di cambiamento, di un altro mondo possibile e i sentimenti sono sempre e solo interumani". Non più di 10 giorni fa, in una nota avevano espresso "solidarieta e indignazione" per i 'fatti di Rosarno' anche i comboniani di Castelvolturno (Caserta) e del Rione Sanità di Napoli. Nel documento si ricordava: "Il 7 Gennaio, intorno alle 14.30, in Contrada Spartimento, un giovane africano è stato ferito da un fucile ad aria compressa. Intorno alle 17.30, altri due africani, nei pressi della Rognetta, sono stati raggiunti dai colpi di un'arma simile. A seguito di questa aggressione, sono iniziate le proteste degli immigrati. Dapprima con copertoni bruciati e piccole barricate fatte usando i cassonetti, fino alla vera e propria rivolta nella serata di Giovedì, quando gli africani hanno bloccato la via nazionale e sfogato la loro rabbia, a lungo repressa, su automobili, vetrine di negozi e passanti. Una vera e propria guerriglia urbana. Da qui la reazione dei cittadini di Rosarno (su 15.000 abitanti, 4000 sono migranti) che hanno reagito con altrettanta brutalità alla violenza degli immigrati. Ne sta seguendo una vera e propria caccia al nero! Il ministro degli Interni Maroni ha dichiarato che 'i disordini di Rosarno sono il frutto di troppa tolleranza nei confronti dei clandestini'. Come missionari, questa affermazione ci indigna. Riteniamo, infatti, che la situazione di sfruttamento e di degrado civile e umano dei migranti a Rosarno, sia la prima causa di tale violenza. E’ tolleranza sfruttare i migranti clandestini nel loro lavoro stagionale? E’ tolleranza accettare che i clandestini vivano in condizioni di assoluto degrado igienico ed ambientale? Qualcuno si è mai preoccupato di allestire alloggi decenti per i lavoratori stagionali? La violenza è di chi li costringe a vivere nei ghetti, di chi li sfrutta nei campi, di chi li tratta come animali. Uno degli slogan degli immigrati era: 'Noi non siamo animali'. In questo modo, essi urlano al loro dignità, il loro essere figli di Dio. Ci stanno dicendo che la loro oppressione è un peccato che urla contro il cielo. La logica del profitto ancora una volta ha vinto. Ciò che noi missionari non possiamo accettare è di considerare merce da sfruttare i migranti clandestini. Non si può giocare con la disperazione delle persone disposte a tutto pur di poter guadagnare qualcosa". La nota conclude: "I fatti di Rosarno rivelano ciò che da tempo è evidente: non si può risolvere li fenomeno migratorio con la paura e la repressione. Noi missionari riteniamo fondamentale perseguire la ricerca di soluzioni positive, non dettate dalla paura ma dalla volontà di riconoscere gli immigrati clandestini come persone, rispettate nella loro dignità, che possono contribuire alla crescita del paese e della società".
20/01/2010 - Fonte: www.korogocho.org

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