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Malawi: mal gestione del potere giudiziario
Detenuti
Sono 763 i detenuti che da anni - alcuni anche da 15 – si trovano in carcere in attesa di processo: lo denuncia un rapporto dell’Ispettorato penitenziario del Malawi, che accusa il governo di "massiccia violazione dei diritti umani".
Nel documento, le autorità carcerarie esprimono "la preoccupazione che alcuni prigionieri siano in detenzione dalla metà degli Anni novanta". L’organo di controllo delle prigioni statali evidenzia inoltre che gran parte dei detenuti trattenuti senza processo si trovano nelle strutture penitenziarie cittadine e che la loro prolungata presenza "contribuisce alla congestione di queste carceri". Secondo il rapporto, diffuso in parte dalla stampa locale, "il governo non ha compiuto alcuno sforzo nel finanziamento di processi per omicidio e per fronteggiare queste spese fa affidamento solo sulle eventuali donazioni".
In Malawi – uno dei Paesi più poveri dell’Africa Australe, dove vivono circa 11 milioni di persone – ci sono 23 strutture carcerarie, dove sono ospitati 9.220 detenuti in spazi previsti per un massimo di 4.500 persone. "L’unica soluzione è la costruzione di nuove prigioni nei sette distretti dove non ne esistono" scrive la commissione, presieduta da un ex-giudice della Corte Suprema e composta anche da un sacerdote cattolico e alcuni funzionari del dipartimento penitenziario.
Nel 1994 l’allora neo-eletto presidente Bakili Muluzi ordinò la chiusura di tre carceri tristemente noti perché vi si erano rinchiusi centinaia di prigionieri politici, arrestati durante il trentennale regime di Kamuzu Banda. Questi tre edifici sono già stati riaperti e usati come normali strutture di detenzione al fine di decongestionare le altre.
14/04/2005 - Fonte: MISNA

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