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Kenya: violenze nel distretto del monte Elgon
La situazione resta sempre critica
La segnalazione giunge dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), nel suo ultimo rapporto sulla situazione nella regione occidentale del Kenya.
Il conflitto locale, innescato da un controverso piano per la distribuzione di 1.732 lotti di terra (su 7.000 famiglie che ne hanno fatto richiesta), ha provocato almeno 158 vittime, centinaia di feriti e 67.000 sfollati (un quarto dell’intera popolazione del distretto), secondo i dati della Croce Rossa del Kenya. Il governo ha sospeso il piano di allocazione dei terreni, dopo accuse di irregolarità, favoritismi e corruzione, ma ciò non ha posto fine alle razzie nei villaggi con spargimento di sangue nell’intero distretto.
L’ultimo episodio risale a ieri, quando un villaggio della divisione di Cheptais è stato attaccato da 40 uomini armati che hanno derubato gli abitanti e sequestrato e ucciso un uomo.
Secondo l’opinione più diffusa, i responsabili delle violenze sarebbero le milizie ‘Sabaot Land Defence Force’, formazione nata di recente per opporsi alla distribuzione delle terre. Ma nel suo rapporto Undp riferisce anche di gravi abusi e violenze, inclusi stupri e omicidi, da parte delle forze di sicurezza governative durante indiscriminate operazioni di contrasto.
Nel dare conto degli sforzi condotti dalle agenzie Onu impegnate sul campo e da organizzazioni non governative umanitarie internazionali, l’Unpd indica tra i motivi di preoccupazione il destino di 11.000 persone del clan Ndorobo, fuggiti nella parte alta del monte Elgon, in zone della foresta inaccessibili, dove, anche a causa delle forti piogge delle ultime settimane, non è possibile portare loro gli aiuti.
Gravi difficoltà anche per la popolazione infantile; dalla stampa kenyana si apprende che almeno 10.000 bambini e ragazzi non sono tornati a scuola nonostante la ripersa del secondo semestre. A tenere lontani i ragazzi e gli insegnati è la paura degli attacchi dei miliziani, che hanno già interessato numerose scuole elementari e secondarie. Molti insegnati hanno ottenuto trasferimento in distretti più sicuri mentre non pochi sono stati feriti durante gli scontri.
Almeno 26 scuole restano tuttoggi chiuse per motivi di sicurezza.
09/05/2007 - Fonte: MISNA

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