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Kenya: il difficile ritorno a casa degli sfollati della 'Rift Valley'
L’evacuazione dei campi di sfollati sta procedendo.
“Da quando abbiamo cominciato, circa una settimana fa, oltre 4000 persone sono state ricondotte alle loro case, ma altre 20.000 rimangono ancora nelle tende. Molti hanno paura che le violenze a sfondo etnico innescate dalla crisi post-elettorale possano ripetersi, e quindi ci vorrà del tempo” aggiunge.
Riguardo le accuse nei confronti della polizia, circolate nei giorni scorsi sulla stampa internazionale, che avrebbe costretto migliaia di persone ad abbandonare i campi sotto la minaccia delle armi e atti intimidatori, una fonte della MISNA a Nakuru ammette: “episodi del genere possono essersi verificati, ma si tratta di casi isolati. Nel complesso il giudizio sull’operazione di sfollamento delle tendopoli è positivo, anche se il paese vive ancora una fase di calma precaria”. Secondo la stessa fonte – che chiede di rimanere anonima per motivi di sicurezza – il governo sta contattando tutti i capi delle tribù locali “per chiedere la loro collaborazione e sanare le eventuali dispute relative alla distribuzione delle terre, in modo da evitare che episodi di violenza come quelli avvenuti in gennaio e febbraio possano ripetersi”.
Secondo stime correnti le violenze post-elettorali hanno provocato oltre 1500 morti e circa 300.000 sfollati, oltre 10.000 dei quali hanno riparato nella vicina Uganda, dove si trovano ora nel campo per rifugiati di Kiryandongo (nord). Circa 59.000 persone sono state finora riportate alle loro case, grazie al progetto ‘Rudi Nyumbani’ (Ritorno a casa), mentre oltre 70.000 vivono ancora nei campi di accoglienza installati negli stadi e presso le strutture pubbliche delle città keniane.
16/05/2008 - Fonte: MISNA

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