Di seguito è riportato il testo che via e-mail è stato inviato dalle FALMI Maria Teresa Marassi ed Elisa Borghi, vittime dell'aggressione.
Carissime,
Alcune di voi sono già al corrente di quanto è successo ieri, per chi non lo sapesse ecco un riepilogo.
Da tempo era programmato il viaggio a Maralal per il 22 Novembre in occasione dell’Ordinazione del Diaconato del Seminarista che aveva finito l’anno pastorale ad Archer’s Post.
Il 22 mattina alle 4,45 siamo partiti con due macchine piene di gente, una del Padre e una nostra. Siamo arrivati alle 8,30, alle 10 è iniziata la cerimonia che è terminata alle 13. Tutto è andato bene. La cerimonia è stata tenuta da Mons. Ravasi perché Mons. Pante è in Italia per motivi di salute. Dopo il pranzo, con la nostra macchina abbiamo deciso di ripartire alle 15 per arrivare verso le 18,30 ad Archer’s Post prima che si facesse buio.
Alle 17 dopo due ore di macchina ci siamo trovati ad un certo punto che una macchina ostruiva la strada, era ferma al centro con gli sportelli spalancati e a terra quattro corpi che sembravano morti. John, il nostro autista, credo che si sia reso subito conto, ha cercato di fare marcia indietro, ma spari all’impazzata sono stati indirizzati sulla nostra macchina, uno di questi ha centrato lo sportello di destra che ha colpito l’autista che è sceso subito di macchina e si è sdraiato a terra, ma la macchina era ormai piena di sangue....nel frattempo un uomo si è presentato allo sportello di sinistra e ha puntato il mitra su Elisa, gridando soldi, soldi, ha preso tutti i soldi che aveva Elisa, il suo cellulare e la macchina fotografica...nel frattempo questi è stato richiamato da uno che pareva in divisa militare e sono fuggiti tra la boscaglia.
La zona dove è successo non aveva copertura e non riuscivamo col mio telefonino a cercare aiuti. Dopo quasi due ore, è passato un “matatu” pieno di gente diretto a Maralal, abbiamo chiesto loro soccorso e uno dei due autisti ci ha aiutato ad uscire da quella zona per poter almeno cercare aiuti telefonicamente. L’impresa non è stata facile anche perché il serbatoio dell’acqua era stato bucato e l’acqua che avevamo a disposizione era pochissima. Abbiamo chiesto acqua anche in un villaggio, che con grande carità ci ha fornito un enorme contenitore di acqua fangosa... ma era tutto quello che avevano. Nel frattempo John che perdeva sempre più sangue era stato disteso sulla nostra macchina (che in realtà è un’ambulanza).
Appena siamo riuscite, abbiamo chiesto soccorso all’ospedale di Wamba, sono partiti subito per venirci incontro, ma il tempo è sembrato un’eternità. Arrivata, questa ha preso subito John e una delle donne anche lei ferita ad un fianco ed è partita a grande velocità. Sempre da Wamba è arrivata un’altra macchina per trainare la nostra che non poteva altrimenti fare più neanche un passo. Purtroppo arrivati all’ospedale, la brutta notizia John era morto....la donna invece pur non lasciando l'ospedale non è grave.
Suore e personale hanno preferito che si dormisse a Wamba perché le nostre condizioni non erano delle più felici. Le nostre donne hanno dormito nel reparto maternità, noi dalle Suore. Nel frattempo sono venuti anche alcuni Seminaristi della Consolata per dirci il loro “pole”, e abbiamo così saputo che erano quelli che avevamo visti stesi a terra davanti a noi con la macchina a sportelli spalancati...erano stati picchiati e derubati, ma loro avevano la macchina in ordine e sono poi riusciti a ripartire, mentre loro erano alle prese con noi... John lascia la moglie e quattro figli e una madre anziana...questo è tutto. Noi stiamo bene ma siamo ancora scioccate. Elisa e Maria Teresa.
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