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Gloria a Dio e pace in terra!
Contemplando il mistero del Dio bambino che realizza la pace come pienezza di vita per gli esseri umani da Lui amati, avvertiamo con dolore il contrasto tra l’annuncio del Natale e due fatti che hanno interessato ogni cittadino attento e consapevole: la recente decisione di intensificare la guerra afgana col contributo consistente di molti soldati (anche italiani) e l’incapacità di definire politiche efficaci per il futuro della terra, il rispetto dell’ambiente e del clima.
Mentre sono accesi numerosi conflitti in Africa, in Medio Oriente e in Asia, il rilancio dello strumento militare ripresenta dolorose e vane scelte ritenute risolutive da quasi vent’anni, mentre i conflitti si espandono e le morti aumentano. La guerra è veramente “avventura senza ritorno”!
Per quanto riguarda la guerra afgana, soltanto la conversione civile della presenza militare e un contemporaneo accompagnamento da parte di una efficace cooperazione internazionale può coinvolgere la società civile contro la miseria e la corruzione, per il rispetto dei diritti umani, soprattutto delle donne, come rilevato più volte dalla presidente della Commissione afgana per i diritti umani, Sima Samar. Solo la pace con mezzi di pace, cioè la nonviolenza come forza politica da organizzare con tenacia, tiene aperta la speranza, risveglia le energie vitali anche in ambienti di alta conflittualità.
Pax Christi Italia, per parte sua, continua con perseveranza ad operare per il “disarmo integrale”; ad intrecciare rapporti di solidarietà, di ascolto e di sostegno là dove vi sono le ferite della violenza, della incomprensione, del conflitto. Ricordiamo l’attenzione ad alcune realtà del Salvador, vittime da troppi anni di violenza; l’amicizia e il dialogocon comunità dell’Iraq; l’attenzione alla campagna di collaborazione e di aiuto denominata “Ponti non muri” per contribuire al dialogo tra israeliani e palestinesi e all’apertura di serie trattative per la soluzione del lungo e sanguinoso conflitto; la campagna per i diritti umani in Sudan; la collaborazione con Pax Christi International per trattative internazionali di disarmo.
Chi ama la pace difende l’aria e l’acqua, si oppone al degrado della natura che causa fame e miseria. Occorre riconoscere che le cause prossime del deteriorarsi del clima stanno in modelli economici predatori delle risorse e in stili di vita imperniati sul consumismo e non sulla sobrietà.
L’esperienza della violenza, le sofferenze prodotte dai conflitti, l’analisi del deteriorarsi del clima, ci invitano a guardare all’avvenimento di Betlemme come ad un appello rinnovato alla ricerca della pace. Siamo eredi del magistero cattolico sulla pace. Al centro dell’impegno della cittadinanza attiva e della convivenza civile, vogliamo porre la parola di Benedetto XVI nel messaggio per la 43^ Giornata mondiale della Pace: “Le relazioni tra persone, gruppi sociali e Stati, come quelle tra uomo e ambiente, sono chiamate ad assumere lo stile del rispetto e della carità nella verità. In tale ampio contesto, è quanto mai auspicabile che trovino efficacia e corrispondenza gli sforzi della comunità internazionale volti ad ottenere un progressivo disarmo e un mondo privo di armi nucleari, la cui sola presenza minaccia la vita del pianeta e il processo di sviluppo integrale dell’umanità presente e futura” (n. 11).
Con gli aderenti a Pax Christi e con la comunità ecclesiale vogliamo condividere il Messaggio per la giornata mondiale della pace nell’incontro del 30 dicembre ad Avezzano e nelle iniziative verso la marcia della Pace a L’Aquila il 31 dicembre. Per celebrare la giornata della Pace del 1 gennaio e rinnovare il nostro impegno per la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato.
18 dicembre 2009
Pax Christi Italia |
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20/12/2009 - Fonte: Pax Christi Italia |
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