Pax Christi International Peace Award 2009
The Executive Committee of Pax Christi International and the Cardinal Bernardus Alfrink Peace Fund have decided to present the 2009 award to Justine Masika Bihamba, from Goma in the North Kivu Province of the DR Congo.
For many years, Justine Masika has worked to improve the lives of rural women, defend human rights and assist victims of war, especially women who have been targeted by acts of sexual violence. Since 2003, she has been the coordinator of Synergie des femmes pour les victimes des violences sexuelles – SFVS – Women’s Synergy for Victims of Sexual Violence. SFVS is a collective of 35 women’s organisations in the DR Congo that defends the dignity of women and girls who have been raped or otherwise traumatised by war-related sexual violence.
The Award Ceremony takes place in Rome on Monday 26 October 2009 at the Sala Assunta, Centro Astalli, via Astalli 16 (in the centre of Rome) at 5 pm.
The organisation of the ceremony is a collaboration of Pax Christi Italy with Pax Christi International.
More about Justine Masika Bihamba: See attached Peace Award.pdfMore about the Peace Award at
http://www.paxchristi.net/international/eng/about_cont.php?wat=awards
Per saperne di più:
Justine Masika Bihamba è coordinatrice di SFVS, un'organizzazione non governativa congolese che difende i diritti umani delle donne. Justine e la sua famiglia, così come diversi collaboratori di SVFS, vengono minacciati e attaccati con regolarità a causa del loro lavoro.
La sera del 18 settembre 2007 sei soldati armati fecero irruzione nell'abitazione di Justine a Goma, capoluogo del nord Kivu. In casa c'erano i suoi sei figli, di età compresa tra i 5 e i 24 anni. Minacciandoli con le armi, i soldati legarono i ragazzi e chiesero loro dove fosse la madre. Nonostante le suppliche, aggredirono la figlia 24enne (colpendola in viso e rompendole un dente) e successivamente tentarono di aggredire e stuprare la figlia più giovane. Justine rientrò in casa proprio mentre stava avendo luogo l'aggressione. Sulla soglia di casa Justine identificò uno dei militari, gli chiese che cosa stesse facendo lì e chiamò immediatamente le autorità. Durante la telefonata i soldati fuggirono.
Il 27 settembre 2007 Justine sporse denuncia. Nelle settimane e nei mesi seguenti una serie di alti generali dell'esercito, di governatori provinciali e altri ufficiali le promisero che sarebbe stata fatta giustizia. Nel marzo 2008, inoltre, il vice-governatore promise ad Amnesty International che si sarebbe occupato della questione, affermando che era "inaccettabile che i responsabili restino impuniti". Un anno dopo l'aggressione, tuttavia, i responsabili non sono ancora stati arrestati né processati.
Justine e i suoi figli sono stati ripetutamente minacciati da uomini in divisa, che si aggirano regolarmente intorno alla loro abitazione. In due occasioni, alcuni soldati si sono presentati a casa di Justine, minacciando la famiglia e facendosi beffa delle accuse contro di loro.
Fonte
www.amnesty.it