La marcia per la pace Perugia-Assisi (25 settembre) compie quest’anno 50 anni e non si può non sottolineare che la prima marcia fu voluta e organizzata da Aldo Capitini il 24 settembre 1961. Capitini (1899-1968), figura di primo piano della politica e della cultura italiana, oltre che studioso del pensiero nonviolento gandhiano, ha lasciato un’eredità che mantiene valido e inalterato lo spirito progettuale e la forza della nonviolenza.
La biografia che proponiamo consente di soffermarsi sulla vita e il pensiero di quest’uomo. Si tratta di un saggio, già pubblicato una ventina d’anni fa, che l’autore Fabrizio Truini (già presidente del Cipax, Centro interconfessionale per la pace, e membro di Pax Christi) ha rivisto, ma che mantiene intatta una caratteristica: l’autore lascia spesso la parola a Capitini. Ottima la scelta di utilizzare come prefazione l’introduzione che il filosofo Norberto Bobbio (1909-2004) scrisse al libro postumo di Capitini, Il potere di tutti, pubblicato nel 1969 da La Nuova Italia. Così Bobbio: «Ciò che colpiva maggiormente in lui era la sua serafica fermezza: se non fosse stato così serafico e così fermo, la sua posizione di eretico della religione e della politica sarebbe diventata, presto o tardi, insostenibile». [...]
Conclusione: «Il suo posto fu sempre dalla parte dei dannati della terra. Ma per lui i dannati della terra non erano soltanto gli sfruttati, i poveri, ma tutti i derelitti (…). Si piegò su di essi e cercò di penetrare nel segreto di questa storia di orrori e di follie che le grandi religioni tradizionali hanno capito ma ricoperto e le grandi rivoluzioni si sono illuse di modificare. Era penetrato così a fondo in questa storia da essere convinto che all’uomo di ragione e di fede non fossero restate che due vie: o il rassegnarsi in un dolore senza speranza o il tentare una nuova strada. Capitini percorse la nuova strada con strenuo impegno».
Edizioni "Il Margine, 2011, pp. 230, € 16,00" |