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Nairobi aderisce a Corte Penale Internazionale
Il Kenya ha ratificato il trattato di Roma
Il Kenya ha ratificato il Trattato di Roma, diventando il 98° governo aderente alla Corte penale internazionale (Cpi), il ‘tribunale mondiale’ che ha giurisdizione sulle violazioni del diritto umanitario nei Paesi che non sono in grado o si rifiutano di perseguire questi crimini. Lo si apprende da fonti della ‘Coalizione per la Corte penale internazionale’, una rete di organizzazioni non governative che sostengono la Corte creata dalle Nazioni Unite ed entrata in vigore il 1° luglio del 2002.
"Abbiamo lavorato sodo e siamo orgogliosi della reputazione internazionale di ‘costruttori di pace’ nel continente africano" ha dichiarato il Procuratore generale del Kenya, Hon Amos Wako, che nei giorni scorsi ha inviato il documento di ratifica all’Onu. Negli ultimi anni il ruolo più significativo svolto dal governo di Nairobi è stato nel lungo negoziato di pace per la Somalia e per il Sudan; quest'ultimo si è svolto interamente in territorio keniano, e che ha portato all’importante firma del 9 gennaio scorso – proprio a Nairobi – dell’accordo tra il governo di Khartoum e i ribelli indipendentisti del Sud Sudan. "Questa ratifica non avrebbe potuto avvenire in un momento più propizio, con svariate situazioni di guerra a ridosso dei confini con il Kenya: Repubblica democratica del Congo, Sudan e Uganda" ha commentato Benson Olugbuo, coordinatore in Nigeria della ‘Coalizione per la Corte penale internazionale’. Uno dei maggiori ostacoli alla Cpi è rappresentato dagli Stati Uniti, che non solo non la riconoscono, ma cercano con tutti gli strumenti – anche ricatti economici o commerciali – di dissuadere dall’adesione soprattutto i Paesi più poveri. Finora gli Usa hanno convinto una sessantina di governi a firmare accordi bilaterali che sottraggono i cittadini Usa alla giurisdizione della Corte.
21/03/2005 - Fonte: MISNA

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