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Kenya, omicidio Mons. Locati: novità sulle indagini
Fermati due sacerdoti... nuovi particolari
Si chiamano padre Cyiril Mukuchia, meglio noto come ‘Wario’, e padre Peter Malley Guyo Wako i due religiosi keniani fermati ieri dalla polizia di Isiolo (250 chilometri a nord di Nairobi) in relazione alle indagini sull’omicidio del vicario apostolico monsignor Luigi Locati.
Lo riferiscono alla MISNA fonti locali. “Sono scioccato, non so se siano davvero coinvolti, tutti sapevano di alcuni contrasti tra loro e il vescovo, ma questo non basta a spiegare quello che è accaduto” ha detto alla MISNA una fonte che ha chiesto di restare anonima. Secondo le informazioni raccolte, i religiosi – entrambi di etnia Borana - erano in qualche modo coinvolti nella gestione delle due scuole (Macci Boys and Girls school) nella parrocchia di Merti, 200 chilometri a est di Isiolo. Ufficialmente padre Wario, parroco di Merti, era di fatto l’amministratore della scuola, mentre padre Malley ricopriva l’incarico di direttore dell’ufficio per le Vocazioni per la diocesi di Isiolo e di parroco di Tumaini. Non è ancora chiaro il livello di coinvolgimento diretto dei due sacerdoti nella vicenda della scuola, ma le informazioni raccolte finora dalla MISNA sembrerebbero confermare l’ipotesi che dietro la morte del vescovo vi siano alcune delle scelte effettuate dal presule in merito ai due istituti di Merti.
“Monsignor Locati aveva deciso circa un mese fa di far chiudere le due scuole, soprattutto a causa del forte debito che le strutture avevano accumulato, ma anche perché da alcuni mesi gli istituti sembravano accogliere solo membri dell’etnia Borana e pare che gli appartenenti alle altre etnie che popolano la zona fossero stati allontanati a volte anche in malo modo” racconta la fonte della MISNA. L’esclusione delle altre tribù dalla scuola aveva profondamente turbato il presule originario di Vercelli, che aveva fatto del dialogo tra etnie e religioni uno dei punti fermi della sua opera. Per questo, e considerata anche la pessima situazione in cui versavano le casse delle scuole (pare che ormai nessuno studente pagasse più la retta istituita), monsignor Locati aveva deciso di chiuderle, sollevando il malcontento di alcuni esponenti della comunità Borana che vedevano così venire a mancare una fonte di reddito (gli stipendi di coloro che lavoravano nella struttura) e il sostentamento dei giovani della comunità, che dalla scuola ricevevano cibo e altri piccoli aiuti.
22/07/2005 - Fonte: MISNA

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