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Giornata Internazionale dei popoli indigeni
Ricchezza dell'umanità
Secondo Menchú, appartenente all’etnia maya quiché, “i popoli nativi continuano a subire emarginazione e discriminazione nonostante abbiano arricchito il genere umano trasmettendo i loro valori ancestrali, la loro spiritualità e il rispetto per la vita. Le condizioni in cui sono costretti a sopravvivere ne fanno una delle fasce sociali più ‘dimenticate’ – ha aggiunto il Premio Nobel – e oggi non possiamo ammettere più ritardi: è necessario adottare normative capaci di garantire la loro tutela contro ogni forma di abuso”.
Nel suo messaggio per la Giornata internazionale, il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan ha esortato la comunità internazionale ad “adoperarsi per difendere i diritti delle popolazioni autoctone e per sostenerne lo sviluppo, nel rispetto delle loro terre e delle loro tradizioni”.
Anche dall’Unione Europea (Ue) è giunto un forte appello per una maggiore integrazione sociale dei popoli autoctoni: “Quello che è stato fatto negli ultimi anni è positivo ma non basta. Dobbiamo lavorare alacremente per porre fine alla discriminazione. È necessario cambiare atteggiamento per garantire il rispetto dei diritti di tutti i membri della società” ha detto il commissario per gli affari esteri della Ue Benita Ferrero-Waldner. Inviando un “messaggio di sostegno e solidarietà” alle comunità native del mondo, Ferrero-Waldner ha sottolineato che la cooperazione attiva dei popoli indigeni è “essenziale” nella lotta alla povertà e per lo sviluppo sostenibile.
L’Onu stima che oggi nel mondo ci siano circa 350 milioni di indigeni distribuiti in 70 Paesi: la maggior parte di loro vive una situazione di emarginazione, violazione dei diritti umani fondamentali, spoliazione delle terre ancestrali e sotto la continua minaccia di estinzione, sia fisica che culturale.
09/08/2005 - Fonte: MISNA

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