In queste pagine, don Nandino Capovilla intervista Abuna Manuel Musallam, parroco palestinese della Chiesa Cattolica a Gaza, incarico che ha lasciato solo qualche mese fa.
L’intervista permette di conoscere molti aspetti della vita a Gaza sia prima dell’attacco israeliano del 27 dicembre 2008 (denominato «Operazione Piombo Fuso») sia, soprattutto, dopo. Le difficoltà nel reperire generi alimentari anche di prima necessità, nonché servizi indispensabili come l’assistenza sanitaria o l’elettricità per uso domestico, già notevoli per effetto dell’embargo israeliano e della sospensione delle sovvenzioni europee, si sono ulteriormente accresciute dopo i bombardamenti del dicembre 2008, che hanno causato più di cinquemila feriti e circa milleseicento morti, di cui quattrocento bambini.
Abuna Manuel parla, fra l’altro, anche della propria esperienza quotidiana – durata quattordici anni – come parroco della chiesa della Sacra Famiglia a Gaza e della convivenza tra cristiani e musulmani a Gaza e in Medio Oriente. Pur in mezzo a storie drammatiche e a una degradazione generalizzata, effetto di un’oppressione morale e materiale che difficilmente può immaginare chi non è stato in quei luoghi, Abuna Manuel invita tutti a costruire la pace e a non abbandonare il popolo palestinese.
La Prefazione è di Luisa Morgantini, vicepresidente del Parlamento europeo e membro della Delegazione per le relazioni con il Consiglio legislativo palestinese.
In Appendice, tra altri documenti: una lettera aperta di Abuna Manuel Musallam a Benedetto XVI in occasione della sua visita in Terra Santa nel maggio 2009; l’estratto di un rapporto relativo a un’inchiesta sulle violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza, redatto da Alicia Vacas Moro, missionaria comboniana, membro di una missione internazionale.
Attraverso le parole di questo testo,
io voglio restituire verità e dignità a coloro che dall’inferno di Gaza e di tutta la Palestina occupata non hanno potuto e non possono essere ascoltati.
Abuna Manuel Musallam |