I dati macroeconomici parlano di un continente che crescerà del 5% nel 2014 e del 6% nel 2015. Anche lo sviluppo umano ha segnato un +1,5%. Ma attenzione, le diseguaglianze sociali e le debolezze politiche generano incertezza.
L’economia africana è in continua crescita e anche l’indice di sviluppo umano ha fatto registrare un aumento, ma l’esclusione e la disparità di accesso alle opportunità economiche e sociali continuano per una grossa fetta della popolazione del continente. Sono i dati discordanti che emergono dal “
African Economic Outlook 2014” (Aeo), il rapporto annuale sullo sviluppo economico del continente pubblicato dalla Banca africana per lo sviluppo (Afdb); assieme all’Oecd Development Centre e al Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (Undp).
Nel 2013, l’Africa ha mantenuto un tasso di crescita medio di circa il 4 %. Si prevede che possa accelerare e chiudere il 2014 con un +5% e avvicinarsi al 6% nel 2015.
Questa previsione si basa sulla premessa di un graduale rafforzamento dell'economia mondiale e anche su di un progressivo miglioramento della politica e della stabilità sociale dei paesi africani, specialmente in quelli attualmente colpiti da conflitti. Una previsione di per sé molto ottimistica, perché l’economia globale stenta a riprendersi e le tensioni politiche e sociali all’interno dell’Africa, visti anche gli avvenimenti recenti, non fanno ber sperare.
Sviluppo umano
L’ottimismo attorno all’Africa derivante dai risultati di crescita macroeconomici non è una novità in questo periodo, ma per un’analisi corretta e dettagliata della situazione reale, la macroeconomia spesso non basta. L’indice di sviluppo umano ad esempio, è indicato da molti come uno strumento di valutazione economica ben più realistico, come ha sottolineato anche Nigrizia di nel dossier economico di maggio “
La terra promessa”. Le variabili di cui tiene conto sono ad esempio il livello di povertà, l’accesso ai servizio scolastico e a quello sanitario e il reddito.
L’indice medio di sviluppo umano in Africa ha segnato un +1,5 % di crescita annua. A piccoli passi è vero, ma l’Aeo 2014 rileva che i livelli di povertà sono in calo, il livello medio di reddito aumenta e anche nella sanità e nell’istruzione qualcosa di buono si vede.
Povertà, istruzione e salute
La percentuale di persone che vivono in estrema povertà (vale a dire con meno di 1,25 dollari al giorno) nelle regioni dell’ Africa centrale, orientale , meridionale e occidentale sono scese da 56,5 % nel 1990 al 48,5% nel 2010 e tale tendenza continua. Tuttavia, anche se il calo generale esiste, a causa della lentezza del processo di riduzione, il numero effettivo di persone che vivono in condizioni di estrema povertà in queste quattro regioni è aumentato da 289,7 a 413,8 milioni negli stessi due decenni perché il tasso di natalità resta molto alto.
Per quanto riguarda i miglioramenti su reddito, istruzione e salute, certamente hanno rafforzato lo sviluppo umano e concorso a quel +1,5% sopracitato. Gli indici della sanità e dell'istruzione sono cresciuti del 1,4 % tra il 2005 e il 2012. Leggermente inferiore invece il miglioramento nel reddito medio che ha registrato un +1%.
Incertezze
È lo stesso rapporto però a metterci in guardia, perché i progressi compiuti in alcuni paesi sono sempre a rischio inversione di tendenza. Ciò è dovuto alla crescente disuguaglianza sociale (la famosa crescita diseguale) e alle debolezze politiche. Una delle cause di questa vulnerabilità sociale la si rileva nella variabilità del clima, che mette in ginocchio le economie deboli basate ancora sull’agricoltura di sussistenza e con pochi mezzi.
La crescita c’è, ma vive nell’incertezza. C’è spazio per ulteriori progressi nei settori dell’inclusione, dell’uguaglianza di genere e nella sostenibilità ambientale: il raggiungimento dell’obiettivo di una crescita omogenea e stabile nel continente passa proprio da qui.