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TRE VITE PER L’AFRICA: OLGA, LUCIA, BERNARDETTA
Burundi
"In questo momento di profonda sofferenza, la Congregazione esprime gratitudine per le nostre sorelle Olga, Lucia e Bernardetta che, nonostante la salute fragile, hanno deciso di tornare in missione e hanno dato la vita fino alla fine.Gratitudine anche nei confronti della popolazione e di tutti coloro che stanno esprimendo la loro vicinanza e solidarietà. Nel riserbo richiesto da questa situazione, ci raccogliamo in preghiera, anche per chi ha compiuto questo gesto insensato”: lo si legge in un comunicato diffuso oggi dalla direzione generale delle Missionarie Saveriane.

Olga Raschietti aveva da poco compiuto 83 anni. Era nata a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, il 22 agosto 1931. A 25 anni era divenuta Missionaria di Maria. Dopo alcuni servizi resi in Italia, il 29 settembre 1968 era partita per lo Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo. Nella diocesi di Uvira, nella provincia del Sud Kivu, aveva svolto con passione e dedizione attività di pastorale e catechesi in varie parrocchie e con fede e coraggio aveva vissuto le vicende delle guerre che hanno insanguinato i Paesi dei grandi Laghi africani. Nel 2010 era stata destinata al Burundi, a Kamenge, in un quartiere popolare della periferia di Bujumbura, nella parrocchia San Guido Maria Conforti tenuta dai Missionari Saveriani. Nel luglio 2013, Olga raccontava: «Sono ormai sulla soglia degli 80 anni. Nel mio ultimo rientro in Italia, le superiore erano incerte se lasciarmi ripartire. Un giorno, durante l’adorazione, pregai: “Gesù, che la tua volontà sia fatta; però tu sai che desidero ancora partire”. Mi vennero limpidissime in mente queste parole: “Olga, credi di essere tu a salvare l’Africa? L’Africa è mia. Nonostante tutto, sono però contento che parti: va’ e dona la vita!”. Da allora, non ho più dubitato».

Lucia Pulici avrebbe compiuto oggi 76 anni. Era nata infatti l’8 settembre 1939, a Desio, in provincia di Milano. Divenne missionaria il 23 ottobre 1960, a 21 anni, e nel 1970 partì per il Brasile. Lì svolse per circa 12 anni la professione di infermiera e ostetrica, soprattutto tra i più poveri. Nel 1982 venne inviata nell’attuale Repubblica Democratica del Congo, dove rimase per 25 anni, fino al 2007, continuando il suo servizio di ostetrica e infermiera. Il 16 ottobre 2007 venne destinata al Burundi, a Kamenge, alla parrocchia di San Guido Maria Conforti dove ha vissuto fino a ieri.

Benché le sue condizioni di salute non le permettessero più di svolgere la sua amata professione, aveva desiderato e scelto di rimanere in missione, anche semplicemente come presenza di preghiera e fraternità. Nell’ottobre scorso, alla vigilia del ritorno in Burundi, diceva: «Adesso sto tornando in Burundi, alla mia età e con un fisico debole e limitato, che non mi permette più di correre giorno e notte come prima. Interiormente però credo di poter dire che lo slancio e il desiderio di essere fedele all’amore di Gesù per me concretizzandolo nella missione è sempre vivo. La missione mi aiuta a dirgli nella debolezza: “Gesù, guarda, è il gesto d’amore per te”».

Bernardetta Boggian aveva 79 anni. Era nata a Ospedaletto Euganeo, in provincia di Padova, il 17 marzo 1935. Era divenuta missionaria il 7 ottobre 1961, a 26 anni. Dopo la preparazione alla missione, nel 1970 era partita per lo Zaire. Ha lavorato lunghi anni nella diocesi di Uvira dedicandosi con passione e amore al lavoro pastorale e in particolare alla promozione della donna attraverso i “foyer”, le scuole di alfabetizzazione e di formazione per ragazze e donne. Dal 1978 al 1984 e dal 1993 al 1996 venne chiamata a svolgere il compito di Consigliera generale della Congregazione. Nel 1997 rientrò in Congo, a Luvungi, dove continuò il suo lavoro pastorale, occupandosi in particolare dell’alfabetizzazione degli adulti. Il 28 dicembre 2007 venne inviata a Kamenge in Burundi, dove ha svolto attività pastorale e caritativa, con una capacità di incontro semplice e fraterno che supera le barriere della nuova lingua. A fine agosto 2013, alla vigilia della sua nuova partenza per il Burundi, aveva scritto: «Occorre nutrire in noi uno sguardo di simpatia, rispetto, apprezzamento dei valori delle culture, delle tradizioni dei popoli che incontriamo. Questo atteggiamento, oltre che dare serenità al missionario, aiuta a trovare più facilmente il linguaggio e i gesti opportuni per comunicare il Vangelo. Nonostante la situazione complessa e conflittuale dei Paesi dei Grandi Laghi, mi sembra di percepire la presenza di un Regno d’amore che si va costruendo, che cresce come un granello di senape, di un Gesù presente donato per tutti. A questo punto del mio cammino continuo il mio servizio ai fratelli africani, cercando di vivere con amore, semplicità e gioia».

Stasera a Parma, alle ore 20.45, nella cappella della Casa Madre, in via Sidoli 70, sarà recitato il Rosario. Domani alle ore 18.30 in Cattedrale, il vescovo monsignor Enrico Solmi presiederà la celebrazione in suffragio di queste sorelle.
09/09/2014 - Fonte: MISNA - 8 settembre 2014

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