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ONU-UNIONE AFRICANA: una tavola rotonda sulle missioni di Pace
L’esigenza di un più efficace sostegno da parte dell’Onu alle operazioni di pace gestite dall’Unione Africana (UA)
Nel corso dell’incontro, ieri, il vice-ministro degli Esteri sudafricano Sue Van der Merwe ha sottolineato che proprio la necessità di un miglior coordinamento è stata all’origine in aprile di una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, risoluzione che ha portato alla nascita del gruppo guidato da Prodi.
“E’ in questo contesto – ha detto il vice-ministro – che il gruppo è stato incaricato di valutare in profondità le modalità attraverso le quali sostenere le operazioni di pace condotte dalle organizzazioni regionali, con particolare attenzione ai finanziamenti necessari al dispiegamento iniziale dei ‘peacekeeper’, all’equipaggiamento e alla logistica”.
Pur riconoscendo che negli ultimi 10 anni l’Onu ha fatto “passi significativi per appoggiare gli sforzi dell’Africa per la pace e la sicurezza”, Van der Merwe ha auspicato una revisione i meccanismi di finanziamento fin qui adottati; secondo il vice-ministro, infatti, bisogna passare dal sistema di “contributi volontari” in vigore dal 1993 a uno schema che preveda il drenaggio di risorse di budget e, dunque, ‘sicure’.
In questi giorni, all’incontro di Pretoria hanno dato ampio spazio vari giornali e siti di informazione online africani. Prodi, scrivono alcuni osservatori, è convinto che bisogna assicurare alle missioni dell’Unione Africana l’appoggio concreto non solo dei paesi europei, degli Stati Uniti e del Giappone, ma anche di Cina, India, Brasile, Arabia Saudita e Turchia.
29/10/2008 - Fonte: MISNA

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