Sei in: Home page>Dettaglio notizia
 
 

Informazioni correlate:

John Mpaliza e Alex Zanotelli lanciano un appello per fermare i massacri di Beni in RD del Congo
FIRMA LA PETIZIONE ONLINE SU CHANGE.ORG >>

Libia, Rete Disarmo: gli interventi militari non risolveranno situazione né batteranno terrorismo
Comunicato stampa della Rete Italiana per il Disarmo - 03 agosto 2016 >>

Africa ancora affamata
Rapporto Sofi 2015 (Lunedì 1 giugno 2015) >>

Strage migranti, associazioni: Europa colpevole, smetta di stare a guardare
E' un coro unanime quello delle associazioni dopo la terribile tragedia di domenica 19 aprile 2015, una tragedia che rischia di essere una delle più gravi del Mediterraneo >>

Nuovo rapporto Sudan 2014 - 2015 di Italians for Darfur ONLUS
Presentato il 26 febbraio 2015 al Senato della Repubblica Italiana >>

Ebola: guarire dal virus spesso non basta
L'epidemia in Africa Occidentale >>

Sud Sudan: Campagna contro i bambini soldato
30 ottobre 2014 >>

TRE VITE PER L’AFRICA: OLGA, LUCIA, BERNARDETTA
Burundi >>

Giornata Mondiale del Rifugiato 2014
20 giugno 2014 >>

Africa, crescita vulnerabile
Rapporto African Economic Outlook 2014 >>


Sud Sudan
Dati socio-demografici e cronologia del 55° Stato africano
Nome ufficiale: Repubblica del Sud Sudan

Superficie: tra 620.000 e 640.000 km2 (a seconda delle aree ancora da assegnare): gli stati del Nilo Azzurro, 45.844km², e del Kordofan Meridionale, 158.355 km², ancora attendono di poter avere la consultazione popolare per decidere se stare con il nord o passare con il sud).

Capitale: Juba

Lingue: inglese (ufficiale), arabo jubano (lingua franca nella capitale Juba e dintorni), denka (2-3 milioni); altre lingue principali: nuer, zande, bari, shilluk.

Forma di governo: repubblica presidenziale; le elezioni politiche dell'aprile 2010 hanno riconfermato presidente Salva Kiir Mayardit, leader del movimento di liberazione del popolo del Sudan (Splm), e presidente del governo del Sud Sudan; vice presidente: Riek Machar.

Forma istituzionale: stato federale composto da 10 stati

Divisione amministrativa: diversi livelli di autorità locale; ciascuno stato è suddiviso in contee, province e distretti.

Data dell'indipendenza: 9 luglio 2011



Popolazione

Abitanti: 7.500.000-9.700.000 (secondo l'Unfpa); 8.000.000 (secondo i dati dell'ultimo censimento 2009); 11-13.000.000 (secondo le stime del governo di Juba). [Il Kordofan Meridionale ha una popolazione di 1.100.000 milioni; lo stato del Nilo Azzurro, di 1.200.000]

Gruppi etnici: circa 65 gruppi etnici principali: denka (11%), nuer (5%), bari (3%), azande (3), shilluk/anwak (3%), lotuko, kuku, mundari, kakwa, pojulu, moru, acholi, madi, lulubo, lokoya, toposa, lango, didinga, murle, makaraka, mundu, jur, kaliko e altri.

Religioni: religioni tradizionali africane, cristianesimo e islam

Popolazione urbana: 17%

Aspettative di vita: 56 anni per gli uomini; 59 per le donne.

Educazione: 5% dei bambini hanno completato le scuole elementari

Mortalità infantile (sotto i 5 anni): 380 ogni mille nascite

Accesso a servizi igienici adeguati e acqua potabile: 5%



Economia

Il 90% della popolazione vive sotto la soglia di povertà

Il paese dipende ancora molto dagli aiuti esterni.

Il 98% del budget annuale deriva dalle rendite petrolifere

Altri prodotti potenzialmente importanti: canna da zucchero, legname pregiato, manioca, sorgo, cotone; bestiame, pelli



Cronologia

1955: scoppia la rivolta tra il nord e il sud del Sudan, guidata dal movimento degli Anya Nya. 1956, 1° gennaio: proclamazione dell'indipendenza del Sudan. 1959: accordo tra Sudan ed Egitto per le acque del Nilo. 1969: colpo di Stato di Gaafar Mohamed Nimeiry. 1972: accordo di pace ad Addis Abeba tra il governo di Nimeiri e gli Anya Nya; concessa autonomia alle tre provincie del sud. 1978: scoperto il petrolio nella zona di Bentiu, nel sud. 1983: Nimeiri, eletto per la terza volta, revoca l'accordo di Addis Abeba e impone la shari'a (legge islamica), contestata dalle popolazioni del sud, in prevalenza cristiane e seguaci delle religioni tradizionali africane; scoppia la seconda guerra civile; formazione dell'Esercito di liberazione del popolo sudanese (Spla), guidato da John Garang.

1989, 30 giugno: colpo di stato del gen. Omar El-Bashir, spalleggiato da gruppi islamisti; il Fronte nazionale islamico (Fni) è rinominato Partito del congresso nazionale (Pcn). 1995: gruppi di opposizione al nord e al sud si uniscono nell'Alleanza democratica nazionale (Nda), per contrastare il regime al potere; intense azioni militari nell'est paese, condotte dal Fronte orientale, supportato dall'Eritrea. 1996-98: gravi scontri in Darfur tra la popolazione locale e gruppi arabi; grave carestia nel sud. 1999: El-Bashir scioglie il parlamento e dichiara lo stato di emergenza; si comincia a esportare petrolio.



2000, dicembre: le elezioni (boicottate dall'opposizione) confermano El-Bashir alla presidenza. 2001: il leader del Pcn, Hassan Al-Turabi, firma un memorandum d'intesa con il braccio armato dell'Splm (Spla) ed è arrestato. 2002: El-Bashir e Garang si incontrano per la prima volta e firmano l'accordo di Machakos (Kenya), dando inizio al processo di pace. 2003, febbraio: inizia la ribellione in Darfur.



2005, gennaio: accordo di pace tra Khartoum e l'Spla/m, firmato a Nairobi; giugno: patto di riconciliazione tra il governo e l'Alleanza nazionale democratica (And), forza di opposizione in esilio; luglio: John Garang presta giuramento come primo vicepresidente del Sudan; una nuova costituzione concede ampia autonomia al Sud Sudan; 30 luglio: Garang muore in un incidente aereo e gli succede il gen. Salva Kiir; settembre: governo di unità nazionale a Khartoum; ottobre: governo autonomo nel sud. 2006, settembre: firmato l'Accordo di pace per il Sudan Orientale, che mette fine al conflitto a bassa intensità nell'est del paese. 2008: il procuratore generale della Corte penale internazionale (Cpi) firma un mandato d'arresto contro il presidente El-Bashir per genocidio e crimini di guerra. 2007, ottobre: l'Spla/m ritira temporaneamente i propri rappresentanti dal governo di unità nazionale, per protestare contro Khartoum, accusato di sabotare l'accordo di pace del 2005; i ministri sudisti ritornano nel governo in dicembre.



2008, aprile: inizia il censimento nazionale; maggio: scontri a fuoco tra milizie arabe e soldati dell'Splm nella regione di Abyei, sul confine nord-sud; giugno: il procuratore generale della Cpi chiede l'arresto di El-Bashir, accusato di genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità. 2009, marzo: la Cpi spicca il mandato di cattura contro El-Bashir; giugno: Khartoum nega di fornire armi alle milizie etniche nel sud al fine di destabilizzare la regione; Salva Kiir si dice pronto a riprendere la guerra contro il nord; l'ex ministro degli esteri, Lam Akol, si separa dall'Splm e crea un suo partito, l'Splm-Cambiamento democratico.



2010, aprile: El-Bashir vince le elezioni presidenziali, sabotate dall'Splm e da altri partiti dell'opposizione; luglio: secondo mandato d'arresto contro El-Bashir, ora anche con l'accusa di genocidio; l'Splm offre la propria mediazione sulla crisi del Darfur, per favorire la ripresa dei colloqui di pace tra il governo centrale di Khartoum e i gruppi ribelli assenti dalla trattative in corso a Doha.



2011, 9 gennaio: iniziano le operazioni di voto per il referendum di autodeterminazione del Sud Sudan; scontri tra denka ngok e milizie arabe (i misseriya) nell'area di Abyei;
3 febbraio: l'Esercito di resistenza del Signore (Lra), guidato dal ricercato ugandese Joseph Kony, attacca villaggi nello stato dell'Equatoria Occidentale;
6 febbraio: scontri tra fazioni interne all'esercito nazionale sudanese nello stato del Nilo Superiore;
7 febbraio: ufficializzazione dei risultati del referendum (98,83% dei votanti a favore dell'indipendenza);
11 febbraio: scontri nello stato di Jonglei tra Spla e un gruppo di ribelli guidati dal generale George Athor, ammutinatosi (non accetta i risultati delle elezioni di aprile);
3-4 marzo: ad Addis Abeba s'incontrano rappresentanti del regime di Khartoum e dell'Splm per affrontare la questione del petrolio; El-Bashir decide di intensificare le esplorazioni petrolifere in Nord Sudan;
12 marzo: le milizie ribelli di George Athor attaccano Malakal, capitale del Nilo Superiore;
14-15 marzo: violenze tra denka ngok e misseryia nella regione di Abyei; i due governi si accusano a vicenda di fomentare scontri tra gruppi locali;
21-22 marzo: bombardate Upurunas e Timisah, due zone al confine con il Nord Sudan, nello stato del Bahr El-Ghazal Occidentale; il governatore accusa Khartoum dell'attacco aereo; nel Bahr El-Ghazal Settentrionale, Abdel-Bagi Ayii, generale maggiore dell'Spla, si ammutina e si mette alla testa di un'ennesima ribellione; l'Splm torna ad accusare Khartoum di fomentare ammutinamenti e ribellioni armate;
11 aprile: anche il gen. Peter Gadet si ammutina e dichiara di iniziare a combattere per destituire l'attuale governo del Sud Sudan;

20 aprile: scontri tra l'Spla e i ribelli di Peter Gadet, che prendono il controllo di vaste zone nello stato dell'Unità;
26 aprile: pubblicazione della bozza della costituzione del Sud Sudan, nel testo la zona di Abyei è rivendicata come territorio del Sud Sudan;27 aprile: El-Bashir dichiara che Abyei appartiene al Nord Sudan.
2 maggio: elezioni del governatore e dell'assemblea del Kordofan Meridionale; 8 maggio: il Gruppo internazionale di crisi denuncia la crescente presenza di forze militari del nord nella regione di Abyei e le mobilitazioni di forze armate del nord e del sud nel Kordofan Meridionale;
9 maggio: Human Rights Watch denuncia gravi violazioni dei diritti umani commesse sia dai ribelli che dagli eserciti regolari;
10 e 21 maggio: scontri tra gruppi armati nuer e denka;
21 maggio: le forze di Khartoum occupano Abyei, dopo pesanti bombardamenti; El-Bashir scioglie le amministrazioni locali; il personale delle ong internazionali è allontanato e decine di migliaia di civili fuggono dalla città;
29 maggio: Khartoum ordina all'Spla di ritirare le proprie truppe dal Kordofan Meridionale e dal Nilo Azzurro entro il 1° giugno, ma l'Spla rifiuta;
4 giugno: scontri armati tra l'esercito di Khartoum e l'Spla a Kadugli, capitale del Kordofan Meridionale; decine di migliaia gli sfollati; 10 giugno: nuovi scontri armati nel Kordofan Meridionale;
12 giugno: El-Bashir e Salva Kiir s'incontrano ad Addis Abeba per discutere la questione di Abyei;
14 giugno: nuovi bombardamenti su Kauda; l'Acnur denuncia il fatto che i voli umanitari non sono più permessi nell'area di Kadugli; organizzazioni internazionali accusano l'esercito di Khartoum di atti di genocidio la popolazione Nuba;
15 giugno: Barack Obama chiede l'immediato cessate-il-fuoco; 60mila gli sfollati nel Kordofan Meridionale; 35mila si dirigono verso El-Obeid, nel Kordofan Settentrionale;
20 giugno: ad Addis Abeba il governo sudanese e l'Splm firmano l'accordo per la smilitarizzazione di Abyei;
24 giugno: è attaccata Turalei, nello stato di Warrap; il governo di Juba incolpa Peter Gadet di questo attacco; centinaia di morti in nuovi scontri nello stato di Jonglei;
25 giugno: i servizi di sicurezza del governo sudanese arrestano, a Omdurman, Bushra Gamar Hussein Rahma, un nuba, direttore esecutivo e fondatore dell'Organizzazione per lo sviluppo e i diritti umani (Hudo), operante nel Kordofan Meridionale; Amnesty International lancia una campagna internazionale per la sua liberazione;
28 giugno: ad Addis Abeba, Khartoum e l'Splm firmano un accordo quadro relativo allo status dell'Splm in Nord Sudan, delle truppe dell'Spla nel Kordofan Meridionale e nel Nilo Azzurro, in vista di un cessate-il-fuoco;
1° luglio: El-Bashir dice di aver ordinato all'esercito di continuare l'offensiva militare nel Kordofan Meridionale; 6 luglio: il parlamento del Sud Sudan ratifica la costituzione provvisoria del futuro stato;
9 luglio: indipendenza del Sud Sudan.
11/07/2011 - Fonte: Nigrizia.it

Archivio Notizie e Appuntamenti
Home Page

 
 

F.A.L.M.I.
- All Rights Reserved